Ci sono ricette, profumi e ricordi che restano dentro da quando si è bambini. Per me la pasta con le sarde rappresenta un pezzo delle mie estati in Sicilia, una vivida memoria dell'infanzia che mi riporta a quando da piccola partecipavo a colossali pranzi in campagna circondata dai parenti, natura e sorrisi.
Questa ricetta, per quanto io possa intendermene, è quella della pasta con le sarde più buona che abbia mai mangiato! Senza contare che viene da una siciliana doc, allegra ottantenne zia del nonno, che la prepara da tempo immemore proprio come vuole la tradizione.
Questa ricetta, per quanto io possa intendermene, è quella della pasta con le sarde più buona che abbia mai mangiato! Senza contare che viene da una siciliana doc, allegra ottantenne zia del nonno, che la prepara da tempo immemore proprio come vuole la tradizione.
Mentre la ascoltavo con attenzione e prendevo nota di ogni singola parola, ho avuto come la sensazione di impadronirmi di un piccolo patrimonio di famiglia e mi sono resa nuovamente conto di quanto due cose siano preziose ed importanti: il tramandare e condividere con le generazioni successive ricette che potrebbero andare perdute e la gioia nel volerle custodire con amore.
Un giorno, toccherà a noi raccontare ai nostri figli la storia di queste preparazioni lontane nel tempo e, grazie a loro, ogni figura della nostra vita potrà rivivere in un sapore, in un profumo o in un semplice pranzo di famiglia.
Un giorno, toccherà a noi raccontare ai nostri figli la storia di queste preparazioni lontane nel tempo e, grazie a loro, ogni figura della nostra vita potrà rivivere in un sapore, in un profumo o in un semplice pranzo di famiglia.
Non lasciatevi scappare mai l'occasione di dialogare con nonni, bisnonni o vecchi zii in fatto di cibo; sarebbe come chiudere la porta a un mondo che fondamentalmente fa parte di voi e non conoscerne i segreti, la storia e le tradizioni vorrebbe dire cancellarne irrimediabilmente un pezzetto!
INGREDIENTI:
- bucatini o spaghettoni
- mezzo kg di sarde freschissime (eviscerate e deliscate)
- un mazzetto di finocchietto selvatico fresco
- una manciata di uvetta
- una manciata di pinoli
- una cipolla bianca media
- olio evo abbondante
- pangrattato
- 2 alici sott'olio
- sale q.b
PREPARAZIONE
Riempire una pentola capiente di acqua, immergervi il mazzo di finocchietto e portare a bollore. Dopo qualche minuto, quando l'acqua sarà diventata verde, spegnere il fuoco, ritirare il finocchietto con un mestolo forato e tenere da parte. L'acqua verde vi servirà per cuocere la pasta! Dunque non buttatela.
A questo punto tritate non troppo finemente la cipolla e mettetela a stufare con un generoso giro d'olio in una padella antiaderente a fuoco dolcissimo. Dovrà stufare, non soffriggere, per cui se necessario aggiungete un paio di cucchiai di acqua al finocchio. Una volta diventata burrosa aggiungetevi le sarde pulite intere, l'uvetta, i pinoli ed il finocchietto precedentemente sbollentato ben tritato. Mescolate bene fino a quando le sarde non si sminuzzeranno; aggiungete ancora olio e, se necessario altri due o tre cucchiai di acqua. Il risultato finale dovrà essere tutt'altro che secco! Regolate di sale e cuocete per non più di 15 minuti. Salate l'acqua al finocchio e cuocetevi la pasta. Nel frattempo in un padellino fate sciogliere le alici con un cucchiaio di olio ed aggiungetevi pangrattato abbondante (calcolate 5 o 6 cucchiai). Fate dorare il pangrattato mescolando a fuoco medio fino a quando non si sarà scurito uniformemente. Toglietelo dal padellino e trasferitelo in una ciotola. Quando la pasta sarà cotta versarla nel condimento e girare bene aggiungendo circa metà del pangrattato abbrustolito. Regolatevi a occhio ... se il pangrattato la dovesse asciugare troppo aggiungete ancora un po' d'olio. Portate il rimanente pangrattato all'acciuga in tavola, in modo che ogni commensale possa aggiungerlo a proprio piacimento, impiattate la pasta e servite ben calda.
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