Passa ai contenuti principali

Pasta alla Ferdinandèa ... l' isola nascosta del Mediterraneo



"Questo lembo di terra, una volta Isola Ferdinandea, era e sarà sempre del popolo siciliano"

Queste sono le parole che giacciono su una targa in fondo al mare, posta proprio dai siciliani in quella che un tempo era l'isola ferdinandèa.
Una storia affascinante, di un piccolo isolotto vulcanico situato fra Sciacca e Pantelleria che nel corso della storia è emerso più volte dal mare per poi inabissarsi altrettante volte, causando proprio per questo vere e proprie questioni diplomatiche sulla sua sovranità. A seguito dell'ultimo episodio eruttivo l'isola scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832 e da allora non è più riemersa.

Fatta questa premessa, non so dire come mai questa meravigliosa ricetta regalatami dalla cugina Adriana si chiami proprio "pasta alla Ferdinandea"; probabilmente lo chef che l'ha inventata possedeva  l'idea romantica di attribuire un piatto tipico ad un'isola considerata un pò "l'isola che non c'è" , oppure, più semplicemente, si è voluto darle questo nome per tenere vivo il ricordo suggestivo di una terra  misteriosa che giace sul fondo del mar Mediterraneo. Qualsiasi sia la motivazione, vi invito davvero a provarla perchè è qualcosa di fenomenale! Ieri sera tutti hanno fatto il bis! E pur sapendo di risultare irrimediabilmente senza fondo, vi confesso candidamente che ne avrei mangiato anche un terzo piatto! Grazie Adriana!


INGREDIENTI (per 4 persone)

- 300g di caserecce (un particolare formato di pasta)
- 5 o 6 filetti di media grandezza di pesce spatola (o pesce sciabola .. e non fatevi ingannare dalla sua bruttezza! E' un pesce dal sapore divino! E soprattutto senza spine!)
- 250g di pomodorini datterini o ciliegini (io ho usato i datterini)
- tre pugni abbondanti di rucola
- 4 o 5 spicchi piccoli e freschi di aglio (non inorridite! Leggendo la preparazione capirete!)
- olio extravergine di oliva
- vino bianco
- pan grattatato
- sale e pepe q.b

PREPARAZIONE

Prendere i filetti di spatola e tuffarli qualche istante nell'acqua bollente per poter poi eliminare la pelle raschiando leggermente con la punta di un coltello. Verrà via in un attimo! Tenere da parte i filetti e pelare gli spicchi di aglio (mi raccomando che siano giovani e teneri ... per intenderci quelli che in pratica non hanno l'anima centrale). Frullare col mixer l'aglio con olio d'oliva abbondante (come quantità immaginate di dover realizzare un soffritto corposo), fino ad ottenere un'emulsione. Questo procedimento fà si che l'aglio perda la sua parte forte e che addirittura risulti delicatissimo! Fidatevi! A questo punto versate l'emulsione ottenuta in una padella capiente ed antiaderente e soffriggete leggermente. Quando il tutto inizia a sfrigolare buttate la spatola precedentemente pulita e con l'aiuto di un cucchiaio di legno cominciate a sfaldarla. Regolate di sale e sfumate con del vino bianco. Quando il vino è evaporato tuffate in padella i pomodorini interi e metà della rucola tagliuzzata, aggiungete una macinata di pepe e lasciate cucinare per circa 10 minuti/1 quarto d'ora a fuoco dolce. Se vi sembra che il sughetto asciughi troppo aggiungete pochissima acqua. Nel frattempo lessate la pasta, scolatela al dente e lasciate che ultimi la cottura nella padella con il sughetto preparato (tenendo sempre da parte un pò d'acqua di cottura se dovesse asciugarsi troppo). Spegnere il fuoco e terminare con una generosa manciata di rucola a crudo (tagluizzata), e pomodorini tagliati a pezzettini. Servire ogni piatto spolverato con del pangrattato abbrustolito (che si prepara in anticipo mettendo un filo d'olio e qualche abbondante cucchiaiata di pangrattato in una padellina antiaderente e lasciando che il tutto si dori).


Commenti

lorena ha detto…
mmmm.....buonaaaaaaa
Katia ha detto…
Anche io avrei fatto il tris ieri sera! ;)

Post popolari in questo blog

Pasta con le sarde .... l'autentica siciliana della Zia Maria!

Ci sono ricette, profumi e ricordi che restano dentro da quando si è bambini. Per me la pasta con le sarde rappresenta un pezzo delle mie estati in Sicilia, una vivida memoria dell'infanzia che mi riporta a quando da piccola partecipavo a colossali pranzi in campagna circondata dai parenti, natura e sorrisi. Questa ricetta, per quanto io possa intendermene, è quella della pasta con le sarde più buona che abbia mai mangiato! Senza contare che viene da una siciliana doc, allegra ottantenne zia del nonno, che la prepara da tempo immemore proprio come vuole la tradizione.  Mentre la ascoltavo con attenzione e prendevo nota di ogni singola parola, ho avuto come la sensazione di impadronirmi di un piccolo patrimonio di famiglia e mi sono resa nuovamente conto di quanto due cose siano preziose ed importanti: il tramandare e condividere con le generazioni successive ricette che potrebbero andare perdute e la gioia nel volerle custodire con amore. Un giorno, toccherà a noi racc

Risotto con crema di gamberi e stracciatella ... per una cena a 5 stelle!

Come anticipato dal post di ieri sera sulla stracciatella, nessun mistero sul piatto di oggi: un succulento risotto alla crema di gamberi mantecato con della  deliziosa e freschissima stracciatella. Quello che posso dirvi è che si tratta di un piatto molto raffinato e non facilissimo da preparare; per questo vi consiglio di cucinarlo per due, massimo quattro persone... ... io ne ho fatto un piatto solo per me ieri sera :-). In questo modo avrete la certezza di azzeccare sia la cottura che la mantecatura.  La sensazione primaria che si sprigiona ad ogni boccone è quella della cremosità data proprio dall'utilizzo di questa particolare mozzarella, unita al sapore unico ed inconfondibile dei gamberi (che se fossero gamberi rossi di Sanremo sarebbe ancora meglio ... ma mi rendo conto di quanto sia difficile trovarli e quanto non siano proprio a buon mercato). Io comunque ho utilizzato dei normalissimi gamberoni ed il piatto è riuscito comunque un capolavoro. La cremosità è a

Parfait di mandorle

Trovo il "Parfait di mandorle" un dolce estremamente curioso. Nasce negli anni '60 a Monreale, con lo strano nome di "Alì Pascià" , in quanto la prima volta fu presentato dai suoi ideatori con una sorta di turbante di mandorle che ricordava, appunto, il copricapo di Alì Babà. Con gli anni il suo nome si è inspiegabilmente "francesizzato", tramutandosi appunto in "Parfait", ovvero "Perfetto di mandorle", ed è diventato oggi uno dei semifreddi più apprezzati in tutta la Sicilia. E cosa c'è di meglio di un goloso semifreddo per celebrare il piacevole tepore stagionale? Andiamo a vedere come si fa:  INGREDIENTI: 200g di mandorle 200g di zucchero 2 uova 500 ml di panna fresca 1 cucchiaio di Marsala cioccolato fondente per decorare PREPARAZIONE Tritare grossolanamente le mandorle nel mixer con metà dello zucchero e trasferire poi il composto in una padella; caramellare il tutto a fuoco medio fino a quando